La conciliazione lavoro famiglia si riferisce alla pratica di bilanciare le responsabilità lavorative con gli impegni familiari e personali, consentendo alle persone di gestire in modo efficace entrambi gli aspetti della loro vita. Questo concetto è cruciale per garantire il benessere dei dipendenti e la produttività sul luogo di lavoro, nonché per promuovere una società più equa e inclusiva. La Legge di Bilancio 2024, contiene diversi interventi che riguardano la c.d. conciliazione vita-lavoro, con disposizioni che intendono favorire l’integrazione tra l’attività lavorativa e le esigenze familiari, legate in particolare alla cura dei figli.
Di seguito si riportano le più importanti novità introdotte dalla normativa in questo ambito:
Indennità di congedo parentale
Il comma 179, L. 213/2023 aggiunge un’ulteriore mensilità maggiorata, oltre a quella indennizzata all’80%, al 60%; in via temporanea e solo per il 2024, anche questa seconda mensilità avrà l’indennità all’80% della retribuzione media giornaliera (RMG); le restanti mensilità saranno indennizzate ai genitori nell’ordinaria misura del 30%. Vai all’articolo dedicato
L’articolo 27-bis, D.Lgs. 151/2001, oggetto di recente revisione mediante il D.Lgs. 105/2022, riconosce al padre, nei 2 mesi antecedenti e nei 5 successivi al parto, il diritto ad astenersi dal lavoro per un periodo di 10 giorni lavorativi, non frazionabili a ore, da utilizzare anche in via non continuativa: tale diritto viene definito come congedo di paternità obbligatorio, anche se, a ben vedere, di fatto non lo è, o almeno lo è in modo asimmetrico, in quanto non può che attivarsi su istanza del lavoratore, da cui deriva l’obbligo di concessione da parte del datore di lavoro.
L’articolo 28, viceversa, regolamenta il c.d. congedo di paternità alternativa, dove: “Il padre lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternità o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di abbandono, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre”. Vai all’articolo dedicato
CASO 1 : il congedo di maternità è terminato nel 2023, pertanto la madre avrà soltanto una mensilità all’80%; se il padre, viceversa, non ha goduto interamente del congedo di paternità, basterà anche un solo giorno di congedo nel 2024 per poter beneficiare di una mensilità all’80% nel 2024, ovvero al 60% a decorrere dal 2025. Se i genitori hanno terminato i congedi di maternità o paternità nel corso del 2023, si avrà soltanto una mensilità all’80%.
CASO 2 : altro caso di nascita a inizio novembre 2024: se il padre volesse prendersi 2 mesi di congedo parentale a partire dalla nascita del figlio, potrebbe fruire interamente del proprio congedo di paternità alternativo prima della nascita, o comunque in stretta prossimità di tale evento, terminando il prima possibile il congedo di maternità e massimizzando il periodo all’80% (dal 1° gennaio 2025, la seconda mensilità passerebbe al 60%).
Esonero contributivo per lavoratrici madri
La legge di Bilancio 2024, ha previsto all’articolo 1, comma 180, che: “Fermo restando quanto previsto al comma 15, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile”.
Ai sensi del successivo comma 181, l’esonero è esteso, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, a esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Come precisato nel comma 182 dell’articolo 1, inoltre, l’applicazione dell’esonero in trattazione lascia, comunque, ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
L’esonero contributivo in oggetto è rivolto a tutti i rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, sia instaurati che instaurandi nel periodo di vigenza dell’esonero, dei settori pubblico e privato, ivi compreso il settore agricolo, con la sola esclusione dei rapporti di lavoro domestico, in riferimento alle lavoratrici madri di tre o più figli. Per la sola annualità del 2024, in via sperimentale, l’esonero contributivo è esteso alle lavoratrici madri di due figli.
Nello specifico, l’esonero in esame, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, trova applicazione, per le lavoratrici madri di tre o più figli, sino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Inoltre, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, l’esonero contributivo trova applicazione anche per le lavoratrici madri di due figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
La misura agevolativa si sostanzia in un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, nel limite massimo di 3.000 euro annui, da riparametrare su base mensile.
Leggi la Circolare Inps che dettaglia la misura che verrà riconosciuta a partire dalle buste di febbraio.
Leggi il nostro approfondimento, link.
Bonus asilo nido
Nel contesto della conciliazione tra vita e lavoro, è importante sottolineare l’importanza del comma 177 della Legge di Bilancio, riguardante il bonus asilo nido. Sebbene non coinvolga direttamente il datore di lavoro né influisca sulla gestione del rapporto di lavoro, questo provvedimento contribuisce a alleviare il peso finanziario legato al rientro al lavoro.
Il bonus asilo nido è destinato al pagamento delle rette relative alla frequenza di asili nido, sia pubblici che privati, e può essere impiegato anche per l’organizzazione di assistenza presso la propria abitazione a favore dei bambini di età inferiore ai 3 anni affetti da gravi patologie croniche.
Il comma 177 modifica in particolare quanto stabilito dalla Legge 232/2016, articolo 1, comma 255. A partire dal 1° gennaio 2024, per le famiglie con un valore ISEE fino a 40.000 euro, calcolato conformemente all’articolo 7 del D.P.C.M. 159/2013, e che già hanno almeno un figlio di età inferiore ai 10 anni, l’importo del bonus è aumentato a 2.100 euro.
Diritto allo smart working per i lavoratori genitori di figli under 14
E’ stato prorogato per l’ennesima volta il diritto allo smart working per i lavoratori, del settore privato, genitori di figli under 14.
Si ricorda che in materia esiste una legge stabile e non emergenziale, recentemente introdotta dal D.L.105/2022 (ART 4 comma 1 ) la quale riconosce ai lavoratori genitori di figli under 12 la “priorità” nelle richieste di svolgimento della prestazione in smart working.
Ricordiamo che, in base a quanto previsto dall’articolo 90, D.L. 34/2020, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile i genitori lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio minore di anni 14, a condizione che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa e che nel nucleo familiare non vi sia:
- altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa;
- genitore non lavoratore.
Il comma 2, articolo 90 precisa poi che la prestazione lavorativa in lavoro agile può essere svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dal datore di lavoro.
Nel caso in cui non vi siano incompatibilità legate alla tipologia di prestazione, si sottolinea come la disposizione in commento riconosca ai lavoratori un diritto soggettivo pieno, che di per sé non richiederebbe l’esplicito consenso del datore di lavoro, fermo restando le eccezioni sopra indicate legate a condizioni soggettive dell’altro genitore.
Che cos’è la conciliazione lavoro-famiglia?
La conciliazione lavoro-famiglia si riferisce alle politiche e pratiche volte a bilanciare le responsabilità lavorative con quelle familiari e personali, per promuovere il benessere dei dipendenti e una società più equa.
Quali sono le principali novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 per la conciliazione vita-lavoro?
Tra le novità vi è l’introduzione di un’ulteriore mensilità di congedo parentale indennizzata all’80% della retribuzione media giornaliera, estensione dell’esonero contributivo per le lavoratrici madri di tre o più figli fino al 2026, e l’aumento del bonus asilo nido per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro.
Cosa prevede il congedo di paternità secondo le ultime disposizioni?
Il congedo di paternità prevede 10 giorni lavorativi di astensione dal lavoro per il padre, nei 2 mesi antecedenti e nei 5 successivi al parto, utilizzabili anche in modo non continuativo.
In cosa consiste l’esonero contributivo per lavoratrici madri introdotto dalla legge di Bilancio 2024?
L’esonero contributivo per le lavoratrici madri di tre o più figli prevede un abbattimento totale della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice, fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, con un limite massimo di 3.000 euro annui.
Quali sono le condizioni per accedere al diritto allo smart working per i genitori di figli under 14?
I genitori lavoratori dipendenti del settore privato con almeno un figlio minore di 14 anni hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, a condizione che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa e che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore non lavoratore o beneficiario di sostegno al reddito.
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