Nel corso della vita lavorativa possono intervenire fatti, estranei o meno alla volontà del lavoratore, che interrompono temporaneamente o definitivamente l’attività e, di conseguenza, la copertura assicurativa. In questo caso, la legge prevede la possibilità di versare ulteriori contributi previdenziali, in aggiunta a quelli già accumulati, per raggiungere il diritto alla pensione o per incrementarla.
Versamento dei contributi volontari
I contributi volontari sono tutte quelle tipologie di contributi versati su domanda del lavoratore dipendente o autonomo che vuole proseguire la contribuzione per raggiungere il diritto alla pensione o per aumentarne l’importo in caso di interruzione o cessazione del rapporto di lavoro. È necessario innanzitutto richiedere l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria per invalidità, vecchiaia e superstiti e poi procedere al versamento dei contributi volontari.
Possono richiedere l’autorizzazione e poi versare i contributi volontari anche i lavoratori iscritti all’INPS Gestione Dipendenti Pubblici.
Le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti e derivanti da responsabilità familiari possono iscriversi al Fondo Casalinghe e procedere al versamento dei contributi previdenziali.
Infine, anche gli iscritti al Fondo Clero possono versare i contributi volontari utilizzando le modalità di pagamento previste.
L’importo del contributo dovuto è settimanale e calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contributi obbligatori versati, anche se non collocati temporalmente nell’anno precedente la data di presentazione della domanda. Tale media sarà la c.d. retribuzione media imponibile su cui, applicando l’aliquota di contribuzione obbligatoria, si ottiene l’importo del contributo da versare. La retribuzione media imponibile così calcolata deve rispettare un minimale, che per il 2024 è pari a 239,44 euro settimanali, mentre le aliquote contributive sono pari a: 27,87%, per i soggetti autorizzati alla prosecuzione volontaria entro il 31 dicembre 1995; 33,00% per i soggetti autorizzati successivamente al 31 dicembre 1995.
- SOGGETTI AUTORIZZATI al 31/12/1995 – euro 66,73 settimanali cioè il 27,87% di 239,44 – importo minimo annuo 3469.96
- SOGGETTI AUTORIZZATI dal 31/12/1995 – euro 79.02 settimanali cioè il 33.00% di 239,44 – importo minimo annuo 4109.92
- COCOCO e lavoratori parasubordinati – Contribuzione da versare per accreditare un intero anno di lavoro: 6.077 euro, 506.41 euro mensili. Il contributo volontario dovuto dagli iscritti alla gestione separata Inps si calcola applicando all’importo medio dei compensi percepiti nell’anno di contribuzione, precedente alla data di presentazione della domanda di autorizzazione, l’aliquota di contribuzione obbligatoria, nel rispetto del minimale di legge (pari al minimale di artigiani e commercianti). Per il 2024, per il quale il minimale annuo è pari a 18.415 euro, l’importo minimo dovuto, in misura annua e mensili, è indicato in tabella
- PROFESSIONISTA senza Cassa, iscritto alla Gestione Separata – Contribuzione da versare per accreditare un intero anno di lavoro: 4.831 euro, 402.58 euro mensili.
- ARTIGIANI E COMMERCIANTI – Ai lavoratori autonomi artigiani e commercianti, l’importo del contributo volontario è fissato in misura mensile e calcolato sulla media dei redditi d’impresa denunciati ai fini Irpef negli ultimi 36 mesi di contribuzione precedenti la data della domanda di autorizzazione. Una volta fissato questo reddito medio, occorre verificare a quale delle otto classi di reddito, prefissate dalla legge, si rientra. Individuata la classe di appartenenza, il contributo mensile da pagare è pari al prodotto tra l’aliquota di contribuzione obbligatoria e il reddito medio imponibile, prefissato dalla legge per ciascuna delle otto classi di reddito. Le aliquote di contribuzione sono leggermente più basse per i collaboratori d’età non superiore a 21 anni. Il commerciante, a parità di reddito, paga poco in più dell’artigiano, per via del contributo addizionale dello 0,48% per finanziare la c.d. rottamazione delle licenze. ( vedi circolare INPS 21/02/2024 n. 36)
PERCHE’ VERSARE I CONTRIBUTI VOLONTARI
- per perfezionare i requisiti per il diritto alla pensione che altrimenti non si potrebbero maturare
- per incrementare l’importo del trattamento pensionistico cui si ha diritto
- perchè molto spesso il Legislatore ha previsto norme di favore per i lavoratori che pagano i contributi volontari. Ad esempio, quando c’è stata la riforma Fornero nel 2011 che ha elevato sensibilmente i requisiti (età) per mettersi in pensione, da questa penalizzazione ha tenuto fuori coloro che erano stati autorizzati a versare i contributi volontari (c.d. esodati): a loro, dunque, avere l’autorizzazione alla volontaria in tasca, ha significato un forte sconto sui requisiti (soprattutto età) per andare in pensione, cioè passare indenni alla tagliola Fornero
COME SI VERSANO I CONTRIBUTI VOLONTARI
Per versare i contributi volontari occorre ottenere l’autorizzazione dall’Inps, il cui rilascio è subordinato alla cessazione definitiva o anche alla sola interruzione momentanea dell’attività lavorativa (ad esempio, i periodi di sospensione per crisi aziendale). Tutti i lavoratori possono chiedere l’autorizzazione: dipendenti, autonomi (artigiani, commercianti, agricoli) e lavoratori parasubordinati, cioè iscritti alla gestione separata Inps. Non possono effettuare versamenti volontari i titolari di pensione diretta. Una volta concessa, l’autorizzazione non decade mai.
Di conseguenza, i versamenti volontari, anche se interrotti (ad esempio, perché si trova una nuova occupazione), possono essere ripresi in qualsiasi momento senza dover presentare una nuova domanda di autorizzazione. Per ottenere l’autorizzazione alla contribuzione volontaria occorre, alternativamente (o l’uno o l’altro), far valere uno dei seguenti requisiti: almeno 5 anni di contributi (pari a 260 contributi settimanali ovvero a 60 contributi mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei relativi versamenti; almeno 3 anni di contribuzione nei cinque anni che precedono la data di presentazione della domanda.
Il requisito va perfezionato solamente con la contribuzione effettiva (obbligatoria, volontaria e da riscatto), escludendo quella figurativa a qualsiasi titolo. La domanda per ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari deve essere presentata, online, all’Inps attraverso il servizio telematico dedicato, sul sito internet dell’ente di previdenza (www.inps.gov.it). Ai lavoratori dipendenti, l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria è concessa dal primo sabato successivo alla data di presentazione della domanda; ai lavoratori autonomi dal primo giorno del mese di presentazione della domanda.
Chi può versare contributi volontari all’INPS?
Qualsiasi lavoratore, sia dipendente che autonomo, che abbia interrotto temporaneamente o definitivamente l’attività lavorativa può richiedere di versare contributi volontari per migliorare la propria pensione futura.
Qual è lo scopo del versamento dei contributi volontari?
Versare contributi volontari permette di perfezionare i requisiti per il diritto alla pensione o di incrementare l’importo del trattamento pensionistico.
Come si calcola l’importo dei contributi volontari da versare?
L’importo si basa sulla media delle ultime 52 settimane di retribuzione su cui sono stati versati contributi obbligatori, rispettando un minimale stabilito.
Come si ottiene l’autorizzazione per il versamento dei contributi volontari?
È necessario presentare una domanda all’INPS, che valuterà le condizioni del richiedente in base alla sua storia contributiva.
Cosa accade una volta ottenuta l’autorizzazione per i contributi volontari?
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione, i lavoratori possono versare i contributi volontari in qualsiasi momento e riprenderli anche dopo una pausa, senza necessità di una nuova autorizzazione.
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